Associazione VivArte

Lievito senza Far West.

Per fare un chilogrammo di pane, quantità media consumata da una famiglia italiana di quattro persone, è necessaria una quantità variabile fra i dieci e i venti grammi di lievito.

Con un panetto di lievito da mezzo chilogrammo si possono generare venticinque chilogrammi di pane, utili pressappoco al fabbisogno mensile.
In questo periodo di emergenza sanitaria (e sarà bene tenere a mente il “sanitaria”, non alimentare), nei supermercati presi d’assalto da folle in preda al terrore, è stato necessario mettere dei paletti sull’acquisto di determinati beni che non risultano essere di prima necessità. In particolare il lievito, il quale non è uno dei prodotti consumati in modo particolarmente massiccio in Italia, è venuto spesso a mancare dagli scaffali.

Su Facebook nel mentre c’è stato un piccolo fenomeno riguardante le foto delle scorte alimentari fatte dai cittadini italiani e, a saltare subito all’occhio, è stata la presenza di post con un incredibile numero di panetti di lievito da mezzo chilo.

Specialmente all’interno di vari gruppi si vedevano foto della spesa alimentare fatta con anche tre o quattro panetti di lievito all’interno, il tutto arricchito dalle storie di individui entrati nello stesso supermercato più volte, con abiti diversi, facendo la fila in casse diverse, per accaparrarsi le scorte del tanto agognato lievito.

I commenti ai sopracitati post (con foto allegate) lasciavano nel lettore un forte senso di stupore di fronte a ciò che leggeva. Specialmente in gruppi più piccoli gli autori e autrici di questi acquisti venivano lodati per essere riusciti a prendere tutto quel lievito, mentre al contempo i commentatori maledivano quanti coloro lo avessero acquistato nei supermercati vicino a loro, impedendogli di trovarlo.

Evidente come il cameratismo generato dallo stesso gruppo Facebook gli impedisse di comprendere che le persone con cui si complimentavano (per aver comprato abbastanza lievito da campare a pane per tre mesi) erano della stessa risma di coloro i quali impedivano loro di acquistarlo.

Comprare lievito non è un reato, sebbene di fronte un divieto del venditore di acquistare oltre una certa quantità si sta evidentemente andando contro la regola del locale solo per soddisfare un desiderio egoistico di avere più di quanto è ritenuto ragionevole. Anche perché si parla di lievito  e non vi è una carestia in corso (ove a maggior ragione sarebbe ancor più giusto comprare solo il giusto).

Non si sta rubando qualcosa, ma si sta impedendo a qualcun altro di poterne usufruire acquistandone un plus ultra diminuendo notevolmente, se fossimo in “Red Dead Redemption 2”, il nostro livello di Onore.

Red Dead Redemption 2 è un videogioco del 2018, sviluppato da Rockstar, ed è quello che si può considerato il più maestoso gioco open world mai realizzato fino ad oggi, ambientato nel 1899 in ciò che rimane il far west americano, in 75 chilometri quadrati di mappa dove sono distribuite foreste, pianure, montagne, villaggi rurali abbandonati da Dio e città che si beano delle meraviglie del mondo moderno.

Si vestiranno i panni di Arthur Morgan, membro della gang di Dutch Van der Linde, una delle ultime bande di fuorilegge ancora a piede libero, sebbene braccata costantemente dalla “Legge” e da un mondo civilizzato che li vede sempre più fuori luogo.

In Red Dead Redemption una delle caratteristiche più peculiari del gioco è il livello di Onore, il quale viene influenzato dalle scelte del protagonista all’interno del mondo di gioco.

Sebbene nelle missioni principali della storia siano frequenti attacchi a banche, treni, carovane, diligenze e molto altro, in quei casi non si vedrà calare il proprio livello di Onore giacché la banda di Dutch non colpisce mai i poveri o gli indifesi ma sempre persone ricche e generalmente disoneste.

Nel resto del tempo, però, ogni azione avrà un suo peso: rubare il cavallo di una persona qualsiasi farà perdere punti onore, assaltare un treno senza ragione farà perdere punti onore, sparare indiscriminatamente farà perdere punti onore, uccidere animali altrui farà perdere punti onore; al contrario azioni virtuose come aiutare qualcuno che sta per morire morso da un serpente, liberare individui imprigionati ingiustamente dagli uomini di legge e perfino rigettare nei fiumi i pesci presi all’amo farà guadagnare punti.

E l’Onore non sarà un qualche vezzo cosmetico, ma avrà un impatto nel mondo di gioco con gli NPC (not playable character) che reagiranno diversamente in base a come vi comportate, offrendovi sconti nei negozi se sarete una persona virtuosa e chiedendo più spesso di aiutarli in varie missioni, fino ad influenzare il finale del gioco.

Nella vita di tutti i giorni si può dire che ognuno di noi abbia un livello di “onore” più o meno noto alle persone che ci circondano, ma non impatta davvero in modo notevole nella quotidianità, giacché per ogni azione si ha una scusa pronta, si rifugge all’errore dando un motivo più grande, un qualcosa che possa scagionarci. Ma se l’acquisto compulsivo di lievito compromettesse in modo reale il presunto “onore” risulterebbe davvero così conveniente comprarne l’equivalente per tre mesi di pane?

All’interno della religione islamica viene data attenzione anche ad alcune tipologie particolari di azioni: alcune, dette Mandūb vengono considerate meritorie e raccomandabili, ma il non farli non arreca alcuna punizione; al contempo, però, esistono anche azioni dette Makrūh, riprovevoli e sconsigliate ma il cui atto non comporta punibilità..

Il comprare troppo lievito potrebbe rientrare proprio in questa categoria.

Per conclude, possiamo prestare attenzione a un ultimo dettaglio: ci si può davvero complimentare con chi ne compra così tanto e al contempo maledire chi, con lo stesso comportamento, ce lo toglie?

Come direbbe Arthur Morgan “Ascolta, fai una cosa o quell’altra… non puoi essere due persone contemporaneamente. Tutto qui.”

Post Scriptum: Certo se il livello di onore fosse visibile a tutti la situazione sarebbe molto simile a quella puntata di Black Mirror chiamata “Caduta Libera”, ma non è questo il caso.

Gianmarco Mazzola