Associazione VivArte

RES CIOCIARIA: UN’IDEA, UNA STORIA, UN PROGETTO

<<per nascere son nato, per bloccare la strada a quanto si avvicina, a quanto batte al mio petto, come un nuovo trepidante cuore.>>

Pablo Neruda.

L’intervista riportata qui di seguito racconta la storia di RES Ciociaria, un’associazione, un progetto, un’idea nata ben quindici anni fa grazie al Sociologo Arduino Fratarcangeli, “Il sociologo di Ripi”, come spesso ama firmarsi: un uomo umile, colto, gentile, ambizioso, che crede nelle potenzialità dei territori in cui è nato e cresciuto e nella cooperazione delle persone che lo abitano, perché sa benissimo che “l’unione fa la forza”e che solo insieme, producendo un prodotto di qualità come i frutti della Ciociaria, possono perlomeno provare a deviare lo sguardo dei più sul meccanismo della grande distribuzione e creare “coscienza di massa’’ sul tema del mangiare sano; infatti i prodotti di RES Ciociaria sono il frutto del lavoro di persone che hanno a loro volta delle storie da raccontare e da far conoscere, persone che mettono l’anima e il cuore in tutto il lavoro eroico che c’è dietro iò che apparentemente è un semplicissimo pacco di pasta o una bottiglia di vino ben confezionata. Questa è l’anima di cui Arduino mi ha parlato.

Alla domanda “Com’è nata RES Ciociaria? E perché il nome ‘RES Ciociaria’?”, Arduino risponde:
<<Qualcosa non nasce soltanto, e non siamo mai da soli a generare un “fatto sociale”. RES Ciociaria, come tutte le cose umane, più che nascere è cresciuta dialogando con le proprie inclinazioni emotive, le relazioni sociali, le capacità tecniche e gli ambienti che hanno forgiato i tentativi di dare realizzazione a un’idea. Per avere una connotazione temporale, diciamo circa quindici anni fa.>>

Continua, poi, spiegandomi il nome che meglio racchiude il messaggio che vuole lanciare:
<<RES Ciociaria esprime diversi significati, dal latino RES, per significare ciò che è proprio della Ciociaria. Ma molto più direttamente RES è un acronimo che descrive la metodologia di intervento per attivare processi organizzativi finalizzati allo sviluppo economico. “Rete di Economia Solidale” appunto.>>

Mi spiega poi, utilizzando parole che più rispecchiano la sua persona, che, come tutti i progetti in costruzione in cui sono coinvolte più persone, uno dei passi più difficili inizialmente è quello di prendere decisioni e cercare di cogliere le idee di tutti:
<<Il territorio, o meglio la comunità che lo esprime, è proprio il luogo dove le parti, chi ha avuto l’idea, chi la condivide, chi resta indifferente, chi l’avversa giocano i propri ruoli culturali. Alcuni sono più pronti di altri ad abitare il futuro. Ciò per dire che le idee trovano il consenso migliore se vengono praticate piuttosto che descritte. E così facendo l’umanità si seleziona naturalmente nella sua forma più bella per fare un piacevole viaggio insieme.>>

Qual è il messaggio che vuole lanciare RES Ciociaria?
<<Il bene comune è il profitto migliore di tutti, i messaggi più efficaci sono quelli che si articolano su poche parole. Più sono importanti e più sono brevi. Alcuni si restringono a una sillaba, come quando si chiede, mi ami? Si/no. A una domanda così non si risponde con un trattato. Lo slogan che abbiamo adottato è il nostro messaggio chiaro e forte e indica anche la priorità di ogni profitto: il bene comune!>>

Nel sito web di RES Ciociaria,  ho letto sulla prima schermata Home “RES Ciociaria: Economia Solidale’’, è uno dei tanti obiettivi oppure un progetto già realizzato? La riposta è stata davvero sorprendente:
<<RES Ciociaria fa parte di un movimento internazionale e concorre con la propria esperienza ad affermare i principi di economia solidale. Un orientamento alternativo ai modelli di economia dominanti: liberale o statalista. Persegue piuttosto uno schema di tipo partecipativo e inclusivo nell’intento di liberare le persone dalla povertà, dalla subalternità culturale, sociale ed economica. Il capitale umano è una risorsa sempre! Questa Carta dei Valori guida e istruisce l’animazione territoriale e l’azione imprenditoriale. I settori di intervento sono agricoltura, artigianato, commercio e turismo.>>

Uno schema anticonformista che conferisce nuovamente valore alle ricchezze del territorio in ambito culinario e turistico, umiliando’’, in un certo senso, la catena della grande distribuzione. Importantissimo è, a mio parere, il fatto che all’interno dei vari settori di cui si occupa, ci sia anche il turismo; ma non un turismo qualunque: il turismo esperienziale, con il quale si fa esperienza di quello che si vede, si assaggia, si conosce, facendo accrescere così la cultura, soprattutto del visitatore.

Tra i tanti prodotti presenti nel Negozio Online, si trova la pasta prodotta con il grano Senatore Cappelli. Mi può raccontare com’è nata l’idea di creare un prodotto con materie prime interamente naturali? <<Il grano duro Senatore Cappelli si chiama così perché Cappelli era il cognome del ministro dei primi anni del ‘900 che lo seminò per la prima volta. Un cosiddetto grano antico nato dalla sperimentazione del genetista agronomo Nazareno Strampelli. Questa varietà di grano veniva seminato anche nel Lazio fino agli anni 70, poi l’avvento dei grani moderni molto più produttivi lo hanno sostituito. Con il progetto di agricoltura eroica abbiamo rimesso in coltura questa varietà, e molte altre colture tradizionalmente seminate in questi luoghi, per restituire ai consumatori qualità nutrizionale e valore economico a molte terre abbandonate.>>

Un vero progetto di rivalutazione del territorio, oltre che alla produzione di un prodotto di eccellenza e di qualità; ma il terreno non produce solo alimenti , anche succo d’uva’’, e RES Ciociaria sull’enologia non è affatto impreparata.

Cosa mi dice invece delle bottiglie Ardovino’’ e “Zio Pietro’’? Anche loro sono figlie degli stessi principi adottati per il Senatore Cappelli? 
<<I vini Ardovino e Zio Pietro sono due esperienze emozionanti che ci hanno permesso di recuperare vigneti storici e raccogliere il testimone da chi, oggi ottuagenario, li aveva impiantati. Poi ci sono coltivazioni audaci, per l’impegno soprattutto, ma ne vale la pena, come i legumi a Vallepietra, il mais Agostinella …>>

Distraendoci per un attimo sui progetti e le finalità di RES Ciociaria, gli chiedo:Crede che questo gran bagaglio di idee e progetti realizzati possa essere una gran risorsa per i giovani che oggi, ad esempio, credono nel rilancio dei loro territori e nell’agricoltura come punto di partenza per questo rilancio?”
La risposta, è il risultato di un’attenta analisi delle varie esperienze e conoscenze che Arduino ha maturato durante gli anni:

<<Quando pensiamo alle idee per il territorio, a chi le deve attuare, va in scena la rappresentazione della stupidità. Un retaggio un po' familistico, protettivo, dove gli adulti parlano dei giovani, non volendo coinvolgerli, e i giovani pensando di poter fare da soli rifuggono il confronto con gli adulti. Le idee trovano luogo di cittadinanza e potenzialità enormi se facilitiamo percorsi di comunità attiva e inclusiva, abilitandoci a realizzare il più bel dipinto esistenziale di sempre, dove ognuno inserisce il proprio colpo di luce. Perché si sa che il colore è luce che crea forma, segno e bellezza. Vorrei dire che le categorie “giovani” o “non giovani” sono improprie quando si ragiona in termini di sviluppo locale. Preferisco a queste due categorie, piuttosto, persone che agiscono. L’agire è la facoltà consapevole di chi sa pensare e si mette a fare. L’agricoltura è un meraviglioso campo scuola. Coltivare un orto, per fare un esempio, non comporta soltanto piantare pomodori, ma conoscere le varietà, preparare il campo, sapere il periodo di semina, predisporre l’irrigazione, sistemare l’infrastruttura per far crescere la pianta, intervenire con la potatura, conoscere le sue proprietà nutrizionali, le possibili trasformazioni, le ricette e la cottura, la conservazione, lo scambio di conoscenze, la commercializzazione, il marketing... E poi la relazione con la Terra. Nascondi sotto pochi centimetri di terra un piccolissimo seme e dopo pochi giorni nasce una nuova vita.>>

Tornando a parlare di prodotti frutto dell’Agricoltura eroica la mia domanda è: Crede che mangiare prodotti naturali sia indispensabile per il bene di tutti?
<<La scelta di utilizzare tecniche naturali, come le rotazioni agrarie, e quindi l’esclusione di ogni tipologia di fitofarmaci, prodotti chimici invasivi, ci restituisce autenticità nei profumi e nei sapori. Non altera le proprietà organolettiche dei prodotti. Studi scientifici confermano continuamente come il cibo di produzione industriale abbia importanti correlazioni con molte patologie di derivazione alimentare come il diabete, le intolleranze, alla celiachia ed anche il Parkinson l’Alzheimer...>>

Il sociologo ha davvero ragione! Se le intere popolazioni decidessero di mangiare meno cibo industriale e più cibo naturale ed eroico’’ si potrebbero evitare seriamente numerose malattie dando una grande mano alla nostra salute e al nostro corpo, evitando, per esempio, problemi come l’obesità, allergie al glutine, alla frutta e a vari legumi, e si potrebbe anche evitare la scomparsa di numerosi pastori e contadini, persone che a mio parere sono dei veri e propri artisti, i quali hanno arte da vendere, che continuano a portare avanti forse un’eredità di famiglia e che conferiscono con il loro operato, soprattutto, un forte valore identitario ai nostri territori, grazie ai quali ci distinguiamo da tutti gli altri paesi del mondo.

Un’ultima domanda:Ci sono altri progetti futuri in cantiere e che presto, Covid-19 permettendo, verranno realizzati?
<<Potremmo dire, Isabella, che RES Ciociaria apre un cantiere al giorno e intendo che un cantiere si apre ogni volta che due e più persone si mettono in cammino per realizzare un sogno, un’idea, un’attività imprenditoriale. Insomma concorrere a sostenere un mondo migliore. Mi piace completare questa intervista con il cantiere vitivinicolo, la vigna di Colle Rampo. Esperienza che mi ha permesso di fare la conoscenza con professionisti del settore e costruire amicizie importanti con gli Olevanesi. Nei prossimi giorni metteremo in commercio un merlot frutto di un’innovazione sociale ed economica e si chiamerà EROICO. La sua etichetta sarà anche rivoluzionaria. Un unicum che farà tendenza.>>

Grazie.

<<Grazie per avermi contattato>>

Isabella Pratesi