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#LIBROMANIA – La nuova geografia del lavoro

Il professor Enrico Moretti è sicuramente un peso massimo della sua materia, economia del lavoro. Probabilmente ricoprirebbe anche le prime posizioni se ci fosse una classifica delle menti italiane all’estero: istruzione superiore presso Bocconi e cattedra a Berkeley. Open titolò: “Un italiano che ha conquistato un posto nel best of 2018 di Obama”. Questo testo pubblicato per la prima volta nel 2012 ormai è un must del suo genere, tradotto in otto lingue ed insignito di numerosi riconoscimenti.
Le analisi contenute nel libro verranno citate più volte anche dal New York Times e Wall Street Journal.

Perché leggerlo? Anzi, perché non leggerlo? Se pensate che l’analisi del mercato dell’innovazione statunitense sia inutile per trarre modelli replicabili, anche in Italia. Se vi annoiano le storie della grande America. Ad eccezione di queste due motivazioni non trovo alcun pretesto per non divorare questa analisi economica, ben fatta e piena di spunti.

Non sono pochi i fattori determinanti nello sviluppo dei cluster dell’innovazione, per individuarli l’autore ispezione in modo attento i grandi mercati del lavoro come San Francisco – San Jose e tutta la Silicon Valley, Los Angeles, Seattle, Boston e il più recente Washington. Emerge come sia il capitale umano la vera ricchezza di questi mercati, non il clima, le infrastrutture, le tasse.
Esistono però città americane dove paradossalmente sono presenti condizioni migliori per un mercato dell’innovazione, costo della vita più basso, trasporti migliori, centri urbani considerevoli, presenza di grandi università. Non solo! Perché la Silicon Valley è proprio negli USA? In Italia, come in Cina, non ci sono di certo persone meno intelligenti.
Si identifica dunque la necessità di equilibrare più fattori, arrivare ad un mix giusto, ma soprattutto tempismo. Analizzando vecchi centri produttivi come Flint e Detroit si evince come fare scelte al momento giusto sia vitali. Le città appena citate erano centri manifatturieri trainanti dell’economia americana che non hanno saputo evolversi e che non hanno avuto una classe imprenditoriale visionaria.

Moretti parla di una massa critica al fine della nascita di un cluster innovativo, Seattle con Microsoft è l’esempio perfetto di come aziende innovative ne chiamino altre e come dall’Hi-Tech nascano indirettamente una quantità importante di posti di lavoro di notevole livello. La città di smeraldo dimostra inoltre come sia possibile la trasformazione di una città e il recupero di un territorio con poco da offrire, se non la pioggia.
Nel caso di Microsoft il trasferimento a Seattle è stata una scelta di cuore, ma quando si muove un colosso di questo genere si porta dietro una mole di lavoro “indiretto” considerevole. Pensate una città dove all’improvviso si stanziano stipendi alti e medio-alti! Il mercato risponderà creando posti di lavoro che possano rispondere alla domande di consumo nata da tali fasce stipendiali.

Proprio questo modello è utile per descrivere quanto il mercato dell’innovazione impatti su tutto l’ecosistema, da un posto nell’Hi-tech se ne generano almeno 4 al di fuori. Inoltre questo è uno dei motivi per cui aziende innovative ne chiamino altre, cresce l’ecosistema che vi si struttura attorno in modo superiore a quanto necessario. Si genera così un incredibile circolo vizioso di domanda e offerta, volto ad accrescere sempre più quei cluster arrivati alla massa critica necessaria per autoalimentarsi e ad affossare ancora città tecnologicamente meno attraenti.

Secondo questo principio Moretti descrive le “due americhe”, una fatta di centri di innovazione leader mondiali e l’altra di città fantasma con costo della vita basso e stipendi bassissimi, molte delle quali con un passato manifatturiero splendente, come Flint e Detroit.

Viviamo in un’epoca dove il mercato del lavoro evolve con una velocità estrema e l’unica cosa che possiamo fare è adattarci a questa velocità o verremo travolti. L’unico modo per avere le capacità necessarie è studiare forte e investire sull’istruzione, di gran lunga il miglior investimento che uno stato ed un singolo individuo possano fare.